Non tutti sanno che il sistema legislativo italiano prevede incentivi economici per le aziende che
assumano persone appartenenti a categorie svantaggiate. Diverse dalle categorie protette, le
categorie svantaggiate includono quelle persone che hanno difficoltà a entrare, senza assistenza,
nel mercato del lavoro e, proprio per queste difficoltà, hanno diritto ad un accesso agevolato al
mondo lavorativo. In molti casi, gli ostacoli riscontrati dalle categorie svantaggiate nella ricerca di
un lavoro sono dovuti a condizioni particolari che possono essere percepite dalle aziende come
problemi di cui doversi fare carico.

Gli incentivi per le aziende, relativi ad assunzioni da queste categorie, si ispirano al principio del
workfare, secondo cui lo Stato applica politiche attive finalizzate ad evitare gli effetti
disincentivanti sull’offerta del lavoro, creando facilitazioni per i datori di lavoro disposti ad
assumere persone in difficoltà. Questo principio si contrappone a quello del welfare tradizionale,
di natura puramente assistenziale, secondo cui lo Stato interviene economicamente in favore delle
categorie meno abbienti.

Chi sono i lavoratori svantaggiati?

Il Decreto ministeriale del 17 ottobre 2017, ai sensi dell’art. 31, comma 2, del D.lgs. n.81/2015,
individua i lavoratori svantaggiati specificandoli in due categorie: lavoratori svantaggiati e
lavoratori molto svantaggiati, a seconda del livello di difficoltà socioeconomica riscontrata nei
singoli individui. Per ogni informazione aggiuntiva, vi rimandiamo a questa pagina del sito del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Per essere inclusi nella categoria di lavoratori svantaggiati, i soggetti devono trovarsi in almeno
una delle seguenti condizioni:

● avere un’età compresa tra i 15 e i 24 anni; 

● non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; 

● non possedere un diploma di scuola media superiore o professionale (livello
ISCED 3) o aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni
e non avere ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito;  

● aver superato i 50 anni di età; 

● essere un adulto che vive solo con una o più persone a carico;

● essere occupato in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità
uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti
i settori economici, se il lavoratore interessato appartiene al genere sotto-
rappresentato; 

● appartenere a una minoranza etnica di uno Stato membro UE e avere la
necessità di migliorare la propria formazione linguistica e professionale o la
propria esperienza lavorativa, per aumentare le prospettive di accesso ad
un'occupazione stabile".

Appartengono, invece, alla categoria dei lavoratori molto svantaggiati:

● coloro che sono privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24
mesi;

● coloro che sono privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno 12
mesi e si trovano anche in una delle condizioni che definiscono un lavoratore
svantaggiato.

 

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